CORTE D’APPELLO CONFERMA ILLEGITTIMITA’ DEL RICORSO A CONTINUI CONTRATTI A TERMINE

42mila euro di risarcimento oltre a scatti di anzianita’ maturati, ora si annunciano migliaia di cause analoghe dei tantissimi precari delle Asl di tutta Italia.

Dipendente precario risarcitoImportante vittoria del Codacons contro il lavoro precario in Sicilia. La Corte d’Appello di Palermo, infatti, ha riconosciuto i diritti di una dirigente psicologa della Asp di Agrigento, disponendo in suo favore un risarcimento danni per essere stata costretta a lavorare oltre 15 anni come precaria nell’Azienda Sanitaria provinciale, e riconoscendo alla stessa gli scatti di anzianità maturati nel tempo.

La vicenda nasce quando la dottoressa nel 2015 avvia e vince attraverso il Codacons una causa dinanzi al Tribunale di Sciacca, che riconosce l’illegittimità di tutti i contratti di lavoro subordinato “a termine” stipulati dalla psicologa e la Asp di Agrigento, condannando l’Azienda “al risarcimento del danno subito dalla ricorrente, quantificato in € 42.104,52”, pari a 12 mensilità dell’ultima retribuzione di fatto, oltre accessori di legge, nonché alla rifusione delle spese processuali, liquidate in € 12.000”.

Contro tale sentenza la Asp di Agrigento ha presentato ricorso alla Corte d’Appello di Palermo che, tuttavia, ha respinto in modo netto le tesi dell’azienda, dando ancora una volta ragione alla dirigente psicologa. Scrivono infatti i giudici nella sentenza (Presidente relatore: dott.  Gianfranco Pignataro):

“è pacifico ed incontestato che la durata dei contratti a termine succedutisi ha superato abbondantemente per durata complessiva il limite massimo dei 36 mesi (69 mesi, anche non considerando il primo contratto di 8 mesi, riguardante il 2003), sicché bene ha fatto il Tribunale ad accordare il risarcimento ritenendo presunto il danno subito dalla lavoratrice in una ipotesi di abuso ex art. 4 e 5 dlvo n. 368/2001 […] Verificato che in base al contratto collettivo di settore al personale a tempo indeterminato, con la maturazione dell’anzianità di servizio, compete la progressione economica e valutate le condizioni di impiego, che parificano di fatto le caratteristiche della prestazione dei lavoratori con contratto a termine a quelli di ruolo, la disparità di trattamento deve senz’altro ritenersi illegittima, e analogo trattamento va dunque riconosciuto all’odierna appellante incidentale, considerato il servizio prestato in tutti i contratti a termine stipulati con l’Asp”.                                    

Alla dottoressa sono stati quindi riconosciuti oltre 42mila euro di risarcimento per danno da lavorio precario, gli scatti di anzianità maturati nel tempo e le spese legali.

Ora si annunciano centinaia di cause analoghe in tutta Italia, a favore dei dipendenti delle Aziende Sanitarie locali precari cui siano stati rinnovati di volta in volta contratti a termine in violazione della normativa vigente.

Dipendente precario risarcito

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