Noi di CODACONS e UNICODACONS (Osservatorio per la qualità dei servizi accademici) ci eravamo illusi, allorché tre anni fa sostenemmo con veemenza un cambiamento di rotta nella deficitaria conduzione dell’Ateneo catanese che l’aveva precipitosamente relegato in fondo alle classifiche sulla qualità delle università statali italiane.
Allora eravamo convinti – spiega il Presidente Regionale Codacons, Giovanni Petrone – che l’Università degli Studi di Catania, per quanto gravemente impantanata in una grave situazione di stallo istituzionale di cui appariva chiaramente responsabile l’amministrazione Pignataro potesse trovare una nuova guida autorevole e al di sopra delle parti in grado di guidarla verso una nuova stagione, quella del riscatto e del recupero del prestigio perduto. Allora, la situazione appariva molto scoraggiante, con l’Ateneo catanese soffocato da molteplici criticità che colpivano duramente vari settori, dalla didattica alla ricerca, dall’assunzione del personale ai servizi culturali, dalla gestione delle riserve naturali ai rapporti con gli enti locali… Particolarmente grave si presentava la situazione della didattica, settore portante della mission accademica, elemento primario della stessa esistenza di qualsiasi università.
Nel 2017, l’elezione a Rettore del Prof. Basile, che aveva condiviso il Protocollo Propositivo di Unicodacons, ci illuse che le nostre speranze di rinascita, che erano quelle dei tanti componenti dell’Ateneo che assolvono al proprio compito di docenti o tecnici con impegno e dedizione, potessero finalmente concretizzarsi. In quell’occasione il Codacons accolse con grande compiacimento l’elezione del Prof. Basile al quale offrì gratuitamente la propria collaborazione per il miglioramento dei servizi accademici.
Purtroppo, già a distanza di quasi un anno e mezzo dalla sua elezione, – continua Petrone- avevamo dovuto constatare con amarezza e delusione che ben poco il Rettore Basile aveva realizzato di quanto da lui stesso condiviso con Unicodacons nel corso della propria campagna elettorale. Anzi, aveva fatto talmente poco che si aveva la sensazione che Pignataro fosse rimasto a fare il Rettore.
Infatti, con Basile l’università catanese ha insistito a proporre una stantia e perdente offerta formativa con il risultato di accelerare la fuga di studenti. Prova ne è che nell’AA 2017/2018 il nostro Ateneo si è guadagnato il penultimo posto in graduatoria tra gli atenei d’Italia per la perdita di circa 16 mila iscritti.
Adesso, l’Operazione “Università Bandita” ha finalmente sollevato il velo sul marciume che per tanto tempo ha causato tanti danni al nostro Ateneo e ha posto fine alle nostre illusioni di rinascita.
Le indagini hanno scoperto di tutto e di più. Una gigantesca cricca di cui fanno parte rettori, tanti direttori di dipartimenti e pare anche noti politici ha cinicamente truccato tutto, dai concorsi per avanzamento di carriera a quelli per assunzioni, dai dottorati di ricerca, alla assegnazione di borse di studio. Adesso ci sono chiari anche i veri scopi del bando 2878, già attenzionato dalla cronaca. In quell’occasione Unicodacons aveva bocciato l’improvvido arruolamento di un esercito di oltre 160 esperti esterni, con contratti di poche decine di ore di docenza ciascuno, come intervento necessario per tamponare le perniciose sofferenze che affliggono oltre 50 corsi di studio, tra triennali e magistrali. Adesso ci sono pochi dubbi che tutto sia stato organizzato per favorire parenti, amici ed amici degli amici. Alla faccia della meritocrazia, dell’impegno, dei sacrifici e delle aspettative delle persone oneste.
E c’è il timore fondato che quanto sinora portato alla luce dalle indagini della Polizia di Stato di Catania sia solo la punta dell’iceberg.
E pensare – continua il Presidente regionale – che proprio da recente il Codacons ha invitato il Prof. Basile alla realizzazione congiunta di un Osservatorio come Centro permanente di risorse e di iniziative su problematiche riguardanti la promozione e la tutela del nostro patrimonio culturale e naturalistico, e più in generale l’ambiente con particolare attenzione alla salute e alla sicurezza alimentare.
I fatti accaduti ci amareggiano ma noi non ci sconfiggono. Pertanto, a tutela dei diritti degli studenti e dei cittadini e nome dei tanti operatori dell’Università di Catania a cui sta a cuore il buon nome ed il destino del nostro Ateneo, Unicodacons e Codacons chiedono con urgenza al Ministero dell’Università e della Ricerca la costituzione di una Commissione di Inchiesta che passi al setaccio quanto accaduto nell’Università di Catania in questo ultimo ventennio. Per l’Università di Catania ripartire non può prescindere dal fare chiarezza e pulizia. – conclude Petrone
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