L’Antitrust ha deciso di sanzionare le società Mondadori, Unifarm e Philips per una pubblicità inserita in un servizio giornalistico sulla maternità di Belen Rodriguez pubblicato dal settimanale “Chi” che riportava anche le immagini di un latte per neonati.

Per il Codacons era ora che si condannasse la commistione tra servizi giornalistici e pubblicità. Anni di impunità hanno reso questa forma di pubblicità occulta una consuetudine. Nella migliore delle ipotesi si tratta di accostamenti impropri, lesivi della buona fede dei consumatori, nella peggiore di vera e propria pubblicità occulta.
Il Codacons da anni denuncia, inutilmente, questa tendenza. Solo per restare a Belen, ad esempio, l’associazione aveva denunciato già nel dicembre del 2009 come la notizia della condanna di Corona fosse stata abbinata alla foto di Belen e alla pubblicità della compagnia telefonica di cui la showgirl era all’epoca testimonial. Ma, all’epoca, l’Antitrust ritenne che la pubblicità non integrasse “gli estremi di una pratica commerciale scorretta, in quanto la collocazione del titolo della notizia proprio sulla prima pagina del quotidiano accanto al riquadro pubblicitario appare rispondere, prima face, ad esigenze meramente informative e redazionali”.
Ecco perché è molto importante questa nuova sentenza in materia da parte dell’Antitrust, che si spera possa porre un freno ad un fenomeno ormai dilagante.
Il Codacons, ad esempio, ha denunciato, fin dal 2005, la pubblicità occulta nel giornalismo turistico, presentando esposti ai Consigli regionali dell’Ordine dei giornalisti di Lombardia e Lazio e all’Ordine nazionale dei giornalisti, chiedendo di accertare eventuali violazioni alle norme deontologiche imposte dall’ordinamento professionale in difesa dei diritti dei lettori e che non ammettono commistioni tra pubblicità e informazione. Il Comitato Esecutivo del Consiglio Nazionale dell’Odg nel 2006, a seguito del nostro esposto, decise di affidare alla Commissione Giuridica e alla Commissione Cultura l’analisi della materia, furono organizzati anche dibattiti (il Consiglio Direttivo GIST – Gruppo Italiano Stampa Turistica – organizzò al Circolo della Stampa di Milano un forum un forum di discussione dal titolo: “Giornalismo turistico: le regole del gioco. Il giornalista tra editore, ufficio stampa e lettore”), ma, da allora ad oggi, nulla è cambiato.
Ecco perché il Codacons chiede che sul fenomeno intervengano anche gli Ordine dei giornalisti.

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