Parte l’operazione del Dipartimento Ambiente dell’associazione di tutela degli utenti.
Ecco la presa di posizione:“PERCHE’ NON E’ FRUIBILE????? PERCHE’ LA SOPRINTENDENZA NON HA CONTROLLATO??????
Il territorio di Catania è particolarmente ricco di importanti testimonianze archeologiche di cui si va perdendo traccia e che vengono sottratte alla pubblica fruizione. LO DENUNCIA IL CODACONS. Il DIPARTIMENTO AMBIENTE DEL CODACONS diretto dal Prof. Angelo Messina avvia l’operazione “Tesori archeologici dimenticati” con la quale si ripromette di stimolare la riscoperta, il recupero e la fruizione del nostro patrimonio archeologico abbandonato al degrado e all’oblio. L’operazione del Dipartimento Ambiente ha inizio con la proposizione alla pubblica attenzione del caso della necropoli scoperta oltre mezzo secolo fa sotto l’edificio de La Rinascente. Il rinvenimento di questa importante testimonianza archeologica di circa 2000 anni fa, risale al lontano ottobre 1959, allorché, durante i lavori edilizi per la costruzione dei magazzini La Rinascente, si rinvennero numerose costruzioni di carattere funerario tra di loro accostate, ancora oggi in gran parte conservate e visibili nei sotterranei.I ruderi, che occupano un’area di circa m. 35 x 30, all’angolo tra via S. Euplio e via Spedalieri (ex via Spitaleri), prospettano e sono orientati lungo la via S. Euplio.
Sono stati individuati circa sette edifici funerari a pianta rettangolare, databili nel primo secolo d.C.; di questi, uno presenta una seriedi nicchie alle pareti. I sepolcri sono circondati da recinti nei cui pavimenti, in una seconda fase di utilizzazione, sono state individuate tombe a fossa in muratura databili tra il V ed il VI secolo d.C. Alla fine dei lavori- DENUNCIA IL CODACONS – si decise di lasciare visibili i ritrovamenti nei sotterranei della Rinascente.
Questi resti, tuttavia, sono rimasti da allora preclusi alla visita del pubblico e se ne è persa perfino la memoria.
INFINE IL CODACONS SI CHIEDE COME MAI LA RINASCENTE NON ABBIA RESO FRUIBILE LA NECROPOLI E LA SOPRINTENDENZA AI BENI CULTURALI DI CATANIA NON ABBIA PROCEDUTO AI RELATIVI CONTROLLI.