Il dramma nel dramma nella tempesta corona virus: quello delle case di riposo.  Sono le strutture in questo momento più fragili ed indifese e quasi nessuno sembra occuparsene se non quando magari scoppia una emergenza come a Messina, dove 21 ricoverati su 70 sono risultati contagiati insieme a tutti i 16 assistenti dipendenti – denuncia oggi il Codacons Medici Occorre intervenire subito innanzitutto per “blindare” queste strutture chiudendo l’accesso a tutti tranne che al personale: quindi niente visite da parte dei familiari, niente visite mediche di controllo ed esami strumentali se non strettamente necessari, niente contatto con fornitori vari. Coronavirus Codacons medici

Il personale assistenziale dovrà ovviamente essere dotato di dispositivi di protezione adeguati ed allertato e formato sui primi segnali dell’insorgenza del COVID19. Ma un altro grande problema, colpevolmente ignorato, è quello dei possibili rientri in struttura dopo ricovero ospedaliero. Considerando l’età degli ospiti delle case di riposo, è infatti possibile che necessitino di un ricovero e, dopo un periodo più o meno lungo, si pone il dilemma del rientro e qui ovviamente la situazione diventa molto complicata. Come si fa infatti ad essere sicuri che l’assistito non si sia contagiato nel caso la diagnosi di ricovero non sia legata al COVID-19 ed ancora peggio come si fa a fare rientrare con sicurezza un eventuale malato COVID seppur apparentemente guarito? Si domanda il Codacons Medici

Unica soluzione possibile pensare a delle strutture residenziali dedicate a ospitare questo genere di anziani per tutto il periodo, speriamo breve, di questa emergenza epidemica ed in questo l’ente che deve intervenire, trovare i locali, reperire il personale è il Comune di riferimento dell’anziano. Quindi i signori amministratori locali e i servizi sociali si attivino subito, senza temporeggiamenti burocratici ed organizzativi che sarebbero intollerabili ed ingiustificabili. Coronavirus Codacons medici

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