L’effetto della siccità in Sicilia è sempre più intenso e così adesso nella Piana di Catania, nel Nisseno e ad Agrigento pare che il mercato nero dell’acqua stia arricchendo persone senza scrupoli che sfruttano lo stato di necessità di agricoltori e allevatori.Crisi idrica in Sicilia
Il Codacons annuncia esposto alle Procure di Catania, Agrigento e Caltanissetta contro gli speculatori che si arricchiscono alle spalle di agricoltori e allevatori Crisi idrica in Sicilia
A tutela di questi ultimi il Codacons, con il suo Segretario Nazionale, Francesco Tanasi, ed il “Comitato Sicilia acqua per tutti“, annunciano esposti alle Procure di Catania, Agrigento e Caltanissetta.
“Infatti, dice l’avvocato Bruno Messina, Vice Presidente Codacons Sicilia, incaricato di predisporre gli atti, pare che agricoltori e allevatori siano costretti ad acquistare l’acqua anche 30 o 35 euro per mille litri portati con un’autobotte, a fronte di un costo che non supera mai i 2 euro e 50 per la stessa quantità all’acquedotto.
E queste autobotti pirata – continua Bruno Messina – sembra che prelevino da pozzi artificiali non censiti, quindi è dubbia provenienza e potabilità dell’acqua. Proprio per evitare la presenza di sostanze potenzialmente dannose per l’uomo, dice l’avvocato Messina, le autobotti legali, destinate a trasportare acqua potabile, devono ottenere la SCIA sanitaria e rifornirsi solo ed esclusivamente presso fonti comunali sottoposte a controlli.
D’altra parte, continua Bruno Messina, il Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 predispone tutta una serie di norme a tutela dell’ambiente, dell’uomo e dell’acqua stessa. Dunque, in passato abbiamo chiesto alle Autorità Competenti di censire i pozzi che insistono nel territorio siciliano, e adesso per contrastare questo fenomeno criminale, che potremmo definire di strozzinaggio nei confronti di allevatori e agricoltori, stiamo chiedendo alla Procura della Repubblica di Catania, di Agrigento e di Messina, di attivare indagini contro il mercato nero dell’acqua”.
Eppure secondo il Segretario Nazionale, Francesco Tanasi, non vi dovrebbero essere problemi di siccità in sicilia, poiché basterebbe desalinizzare l’acqua come fa l’Arabia Saudita. In quel Paese prevalentemente desertico, gli impianti di desalinizzazione sauditi scongiurano il problema senza inquinare sfruttando l’energia rinnovabile del sole per il processo di desalinizzazione.
E, continua Tanasi, le tecnologie alla base di questi impianti non sono particolarmente costose, sicché è possibile sfruttarle anche in Sicilia. Allora, conclude Tanasi, se il Governo Regionale non è in grado di risolvere il problema della siccità faccia un passo indietro.