Gli esperti Codacons a disposizione del governo per superare l’emergenza in Sicilia. Emergenza rifiuti Sicilia
In data 12 aprile 2018 la stampa on line riportava la notizia che la Regione Siciliana aveva predisposto il nuovo Piano regionale dei rifiuti scrivendo “Niente termovalorizzatori e differenziata a regime nel 2023, quando si prevede di raggiungere il 65% di raccolta. È la scelta di fondo contenuta nel piano rifiuti della Regione, redatto dal nuovo assessore Alberto Pierobon e approvato la scorsa settimana dalla giunta presieduta da Nello Musumeci. Il Piano, l’atto che mancava per sbloccare i 170 milioni di fondi comunitari fermi a Bruxelles” All’articolo era allegata la delibera n. 161 del 6 aprile 2018 che però in effetti riguardava unicamente le “linee guida per il regolamento del sistema tariffario per lo smaltimento dei rifiuti”. Emergenza rifiuti Sicilia
Pochi giorni appresso, alcuni Deputati regionali del M5S attaccavano pesantemente il Governatore Musumesi dichiarando “Musumeci sostiene di aver approvato il piano rifiuti? Nulla di più falso. In Sicilia non esiste alcun piano regionale dei rifiuti”.
Pronta la replica del Governatore che precisava che quello presentato era solo un “piano-stralcio” predisposto con l’Assessore all’Energia Pierobon e con il Consulente Aurelio Angelini, e che “il piano definitivo sarà pronto entro dicembre 2018”.
Il Codacons non intende entrare nella diatriba puramente politica, ma intende fornire un proprio contributo con alcune osservazioni a riguardo, ovvero:
- si è finora dato ampio risalto a ciò che non si vuole fare piuttosto che alle soluzioni possibili in termini di sostenibilità ambientale, tecnologica e socio-economica;
- non è stata messa in dovuta evidenza la criticità primaria costituita dalle legge regionale 9/2010 in quanto questa, assegnando tutte le competenze infrastrutturali alle SRR si è paralizzato l’indispensabile sviluppo impiantistico necessario per qualunque scelta di programma, lasciando in esistenza, ed anzi incrementando il passivo, delle società consortile degli ATO e togliendo ogni autonomia ai Comuni, singoli o associati in ARO, in materia di impiantistica di primo livello, costituita da piattaforme di selezione delle frazioni di RD, impianti di compostaggio comprensoriali, impianti di recupero di materia; inoltre, non essendo mai entrare a regime le SRR, a cui la legge assegna la titolarietà dei bandi per la gestione, si è consentito l’avvio di procedure di affidamento locali temporanee in modo disordinato e scomposto;
- per quanto concerne il piano dei rifiuti, si continua a sostenere che la Sicilia non ne ha e che “si sta provvedendo”. Occorre ricordare innanzitutto che il Piano predisposto dal Governo Lombardo, inviato al Ministero dell’Ambiente per l’approvazione in ottobre 2010, ha ricevuto il decreto di approvazione a luglio 2012, salvo approvazione della VAS, che è stata concessa con decreto del 28 maggio 2015, con alcune prescrizioni di aggiornamento, essendo trascorsi ben cinque anni dalla sua definizione.
- E’ stato più volte sostenuto che il piano del 2010, approvato in via definitiva nel 2015, fosse un “piano emergenziale” e pertanto non idoneo.
Queste affermazioni non corrispondono alla realtà in quanto il Piano era articolato su tre fasi temporali: artcolate su un periodo di cinque anni e così suddivise:
- a) Fase emergenziale;
- b) Fase transitoria;
- c) Fase a regime;
A comprova di ciò, il 19 luglio 2016 la COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATI emana la RELAZIONE TERRITORIALE SULLA REGIONE SICILIANA, di ben 362 pagine, di cui 31 dedicate ad osservazioni sul Piano dei rifiuti, della quale riportiamo alcuni passaggi significativi:
Pag. 14:
“In sostanza e riassuntivamente, il piano regionale per la gestione dei rifiuti della Regione siciliana è stato:
– redatto ai sensi dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3887 del 2010;
– approvato a luglio del 2012;
– verificato positivamente con prescrizioni dalla commissione tecnica ad ottobre 2014;
– decretato per la VAS a maggio 2015 dal Ministero dell’ambiente e dal Ministero dei beni culturali.”
Pag. 15:
“In merito all’approvazione del piano, Domenico Armenio, dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti della Regione siciliana, ascoltato presso la Commissione bicamerale sul ciclo dei rifiuti il 25 giugno 2015, ha dichiarato: “Il piano è stato fatto e approvato dallo Stato perché era del commissario, è vigente, alcuni impianti del piano sono stati realizzati e l’approvazione del piano ci permetterà di superare le condizionalità ex ante e quindi di accedere alla programmazione 2014-2020, quindi è importantissimo. Credo che la Pilot che era stata attivata per questa infrazione verrà sostanzialmente superata, fermo restando che faremo questo aggiornamento prescritto dal Ministero con riferimento anche tecnico, perché alcuni dati non erano stati correttamente imputati, quindi si tratta di andare a riprendere tutte le varie prescrizioni e la VAS e di correggere nei numeri e nelle previsioni il piano che è dimensionato per il 50 per cento di differenziata.”
Pag. 16:
In data 22 gennaio 2016 i parlamentari Claudia Mannino (Camera dei deputati), Ignazio Corrao (Parlamento Europeo) e Giampiero Trizzino (Assemblea regionale siciliana) hanno inviato una diffida all’assessorato regionale competente, chiedendo “di compiere senza indugio alcuno tutti gli atti funzionali all’approvazione e adozione nel rispetto della normativa vigente (anche in materia di valutazione ambientale strategica), che qui si intende integralmente richiamata, del piano regionale rifiuti”.
Pag. 362:
“Nell’ordinanza n. 5/rif. del Presidente della Regione, come già accaduto in precedenza (ad esempio con riferimento al cosiddetto “piano stralcio”) si è in presenza di una sorta di libro dei sogni che però non si trasforma mai in realtà in quanto si chiede di fare in sei mesi quanto non si è riusciti a realizzare in diversi anni.”
Dalla lettura dell’intero documento si evince chiaramente l’inoperosità del Governo Regionale nel procedere all’aggiornamento del Piano approvato per renderlo operativo, come richiesto dal Governo nazionale.
La tecnologia è in continua evoluzione ed i tempi per la predisposizione e l’approvazione di un nuovo Piano dei rifiuti sono lunghi e si rischia che il Piano sia già tecnicamente superato quando viene approvato e si debba ripartire da zero.
Vale il detto gattopardiano “Cambiare tutto per non cambiare niente”.
Il Codacons sollecita il Governo Regionale a valutare innanzitutto la possibilità di riprendere l’iter di aggiornamento del Piano del 2012, come richiesto dal Governo Nazionale ma ignorato dal precedente Governo Regionale.
Il Codacons offre la disponibilità dei propri tecnici ed esperti a confrontarsi con i Responsabili ed i Consulenti del Governo Regionale e dare tutti i contributi idonei ad individuare congiuntamente le possibili soluzioni atte a superare in tempi brevi la ormai cronica “emergenza rifiuti”.
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