La diatriba sull’efficacia o meno dei farmaci omeopatici va avanti da anni: queste sostanze sono o meno efficaci contro le malattie (da cui il nome farmaci)? L’omeopatia è la disciplina medica teorizzata e codificata oltre due secoli fa dal medico tedesco Samuele Hahnemann. Gli studi, basati sulla sperimentazione farmacologica su uomo sano di sostanze ultra-diluite e dinamizzate, affermano che queste terapie dovrebbero consentire, secondo i suoi sostenitori, cure senza effetti collaterali. L’omeopatia si basa sul concetto del “simile cura il simile”: in altre parole assumere piccolissime quantità dell’agente che causa il disturbo dovrebbe eliminarlo.medicine omeopatiche italia
Efficacia
Il problema è che, fino ad oggi, non è stato ancora dimostrato il meccanismo d’azione attraverso cui l’omeopatia sarebbe efficace: La diluizione delle sostanze nei farmaci omeopatici è così elevata che è praticamente impossibile, tolta l’etichetta, distinguere un farmaco omeopatico da un altro dopo la diluizione (o dall’acqua o dal solvente utilizzato) perché non c’è modo per distinguerli dal punto di vista chimico-fisico. A volte la diluizione è di una parte su mille miliardi. Altre volte ancora maggiore: come mettere qualche milionesimo di litro di sostanza attiva in una piscina olimpionica!
Case farmaceutiche
È questo che ha portato le autorità statunitensi a chiedere che la materia venisse normata a dovere: nei giorni scorsi, la Federal Trade Commission ha ottenuto dal Congresso che le aziende produttrici di farmaci omeopatici specifichino sulle confezioni che “non ci sono prove di efficacia”. In altre parole le case farmaceutiche che producono medicinali omeopatici dovranno scrivere sulle scatole dei medicinali che vendono che non servono a curare nessuna malattia! Una decisione necessaria vista l’espansione del mercato e la domanda di medicinali omeopatici. In Europa, ad esempio, il giro d’affari dei farmaci omeopatici è spaventoso: si aggira intorno al miliardo di euro all’anno. Per questo l’UE ha pensato fosse necessario normare il settore. Una direttiva europea del 2006 affermava che per poter essere registrato all’AIFA (e con una procedura semplificata) un prodotto omeopatico deve soddisfare tre parametri: deve poter essere somministrato per via orale o esterna, deve recare assenza di qualsiasi indicazione terapeutica relativa al medicinale e deve avere una diluizione che garantisca la totale innocuità del prodotto. Ma non basta per questi medicinali non è obbligatorio dimostrarne l’efficacia (come avviene per i farmaci tradizionali). In altre parole è obbligatorio dimostrare che non servono a niente per venderli.medicine omeopatiche italia
Venderli a chi? A chi, nonostante tutto, vuole continuare a credere che possano avere effetti curativi: dopo Francia e Germania, l’Italia è il terzo mercato in Europa, con un fatturato annuo di oltre centinaia di milioni di euro. Nel Bel Paese, milioni di persone si affidano a questa pratica medica. E dato che molti pazienti dicono di trarne giovamento (ma tutti gli studi parlano di effetto placebo: in pratica avrebbero ottenuto lo stesso risultato se non avessero preso nulla), sono molti anche i medici che prescrivono i medicinali omeopatici (circa 20 mila).medicine omeopatiche italia
In Italia
In Italia, la situazione è complicata dal fatto che la direttiva europea è stata recepita sulla carta, ma non nella pratica. Il nostro paese non è solo un consumatore di farmaci omeopatici, ma anche un grosso produttore: sono molte le imprese che da anni realizzano prodotti omeopatici destinati principalmente al mercato locale. E il loro giro d’affari nonostante le limitazioni derivanti dal mancato recepimento del regolamento comunitario continua a crescere. Sono circa 9 milioni, i consumatori: l’82% degli italiani ha dichiarato di conoscere i medicinali omeopatici e un italiano su 6 ha dichiarato di averli utilizzati almeno una volta nell’ultimo anno. A scegliere questi rimedi, secondo i dati statistici, sono soprattutto donne d’età tra i 25 ed i 54 anni, laureate, appartenenti al ceto medio-alto e residenti in Italia nelle Regioni del nord- est e al centro. Anzi pare che il ricorso all’omeopatia stia aumentando e questo soprattutto grazie al passaparola: circa la metà degli utilizzatori di farmaci omeopatici dichiara di avervi fatto ricorso su consiglio di amici e parenti.medicine omeopatiche italia
La maggior parte di quelli che si rivolgono all’omeopatia sono pazienti complessi, ovvero affetti da più patologie croniche, con una storia terapeutica multi-farmacologica importante, con frequenti ricadute cliniche o che presentano malattie che non hanno risposto come ci si aspettava alle cure farmacologiche convenzionali. Malattie come allergie respiratorie o dermatologiche, disturbi funzionali e/o organici dell’apparato gastrointestinale, malattie ostetrico-ginecologiche, malattie otorinolaringoiatriche, sindromi infiammatorie (inclusa reumatologia), disturbi circolatori, cefalee e disturbi di origine traumatica.medicine omeopatiche italia
Tutte persone che forse potrebbero cambiare idea se anche in Italia, come negli USA, venisse imposto alle case farmaceutiche di scrivere sulle confezioni che quello che stanno vendendo non serve a niente. Tranne ovviamente a rimpinguare le proprie casse …
C.Alessandro Mauceri