Profonda divergenza di vedute sul ruolo delle associazioni dei consumatori in Sicilia e sui “metodi” da adottare per individuare i loro rappresentanti all’interno del nuovo Consiglio Regionale dei Consumatori ed Utenti, l’organo consultivo, di iniziativa e di controllo che ha – tra gli altri – il compito di formulare proposte al Governo regionale per l’attuazione delle disposizioni nazionali e comunitarie in materia di tutela dei consumatori e degli utenti e quello di esprimere pareri sugli interventi regionali connessi alla tutela dei consumatori.
Il Consiglio dovrà essere nominato dal Presidente della Regione Rosario CROCETTA (che lo presiede, ma può anche nominare un suo delegato permanente) per il quadriennio 2015/2018, ma quanto accadrà in concreto appare assai incerto dopo la spaccatura tra le associazioni dei consumatori, che è emersa in modo molto evidente nell’incontro preliminare tenutosi a Palermo, in Via Magliocco, nei locali della Presidenza della Regione.
Le associazioni dei consumatori iscritte al Consiglio Regionale dei Consumatori e Utenti (CRCU) della Regione Siciliana, infatti, sono state convocate e riunite per il rinnovo dei 12 componenti dell’organismo, presso la sala della Regione Siciliana alla presenza del Dirigente del competente Servizio 6° dell’Ente, Avv. Maria Castri e di altri funzionari regionali.
Tra i presenti, in rappresentanza di 22 associazioni dei consumatori (la maggioranza degli uscenti ed i nuovi rappresentanti – anch’essi di livello regionale – giunti con l’intento di partecipare un preliminare dibattito ed alle successive operazioni di voto, concorrendo a dare il loro effettivo contributo per designare il numero di 12 componenti previsto dalla legge regionale – che regola la materia – del 1994.
Tale normativa, infatti, è ad oggi ancora vigente, ma del tutto inadeguata e non idonea a riflettere la effettiva rappresentatività delle associazioni in seno al CRCU.
Questo il punto della questione, in forza del quale i nuovi rappresentanti di Adiconsum, Assoutenti, Casa del Consumatore, CODACONS, CODICI, Confeuropa, Confconsumatori, Consambiente, Udicon e Veroconsumo hanno con forza richiesto e auspicato, nel corso di una lunga e defaticante riunione, la scelta di un criterio di designazione condiviso per individuare i componenti del Consiglio, anche attraverso un dibattito sugli obiettivi da perseguire, sulle candidature da proporre e sul maggior impulso da dare alle politiche di tutela del consumatore, auspicando un aggiornamento ad altra successiva riunione.
Su posizioni “rigide”, invece, sono rimasti ancorati i rappresentanti delle altre associazioni presenti.
In tale contesto e clima le associazioni Assoutenti, Casa del Consumatore, CODACONS, CODICI, Conferuropa, Consaambiente e Veroconsumo, per sostenere la prerogativa di una effettiva rappresentanza in seno a un organismo di importanza strategica per le politiche associative di tutela del consumatore, hanno ritenuto di non poter partecipare alle operazioni di voto e di non poter ratificare scelte altrui, non condivise dai più. Anche Adiconsum e Confconsumatori non hanno partecipato al voto.
La “patata bollente” è ora in mano alla Regione, che dovrà preliminarmente trasmettere alle associazioni il verbale della “turbolenta” riunione svoltasi, poi verificare la legittimità delle scelte operate dalle poche associazioni presenti che hanno ritenuto di poter comunque procedere ad individuare i rappresentanti per il nuovo CRCU e poi trasmettere gli atti al Presidente della Regione o indire una nuova riunione.
La “telenovela” sembra essere appena agli inizi, anche perché la questione potrebbe avere risvolti anche in sede giudiziaria.