CATANIA/ Mantenendo fede al proprio impegno di portare un proprio contributo per il superamento delle criticità che affliggono l’ateneo catanese e nell’intento di stimolare l’attuazione delle linee programmatiche già pubblicamente espresse, il Codacons dà vita all’UNICODACONS, organismo dedicato ai consumatori dei servizi erogati dall’Università, studenti e cittadini, ma anche ai suoi operatori, dal personale tecnico a quello docente. L’UNICODACONS, al quale vengono chiamati a dare il proprio contributo esperti provenienti dal mondo universitario ma anche da quello del lavoro e della comunicazione. svolgerà il ruolo di Osservatorio imparziale della Qualità dei Servizi Accademici, nonché di sportello di assistenza e di tutela degli studenti e dei cittadini affinché i loro diritti di consumatori dei servizi che l’università è chiamata istituzionalmente a fornire siano adeguatamente soddisfatti. Lo afferma Francesco Tanasi Segretario Nazionale CODACONS.
Perché nasce UNICODACONS:
Le università statali non sono aziende private né tanto meno circoli culturali, ma istituzioni pubbliche i cui operatori, dai tecnici ai docenti, sino al rettore, sono pagati con denaro pubblico e chiamati ad operare per fornire servizi di qualità ai cittadini, da quelli inerenti la formazione a quelli riguardanti la divulgazione delle conoscenze, la ricerca, in particolare quella applicata.
Va ricordato come destinatari dei servizi accademici siano in primo luogo gli studenti, primi consumatori dell’attività di formazione e senza i quali le università non avrebbero motivo di esistere. Pertanto, è convincimento del Codacons che da questo punto di vista gli studenti e loro famiglie, che sostengono il pesante onere finanziario per mantenerli durante l’intero percorso formativo sino alla laurea e spesso anche oltre, abbiano tutto il diritto di pretendere dall’università l’erogazione di servizi didattici che siano il più possibile di qualità e propedeutici a reali prospettiveoccupazionali.
Con tali premesse, il Codacons in linea con il proprio impegno statutario di associazione a tutela dei diritti dei consumatori, ritiene opportuno e doveroso assicurare il proprio contributo costruttivo per il superamento delle principali criticità attuali nella prospettiva di migliorare lo standard deiservizi forniti agli studenti, principali destinatari e consumatori delle attività accademiche.
A riguardo il Codacons ritiene opportuno richiamare il proprio Protocollo Propositivo presentato nel corso della campagna elettorale per l’elezione del Rettore. Tale Protocollo oggi assume per UNICODACONS, il significato di documento di “pronto intervento”, strumento di riferimento programmatico che si propone l’attuazione in tempi rapidi di provvedimenti idonei a superare o perlomeno a mitigare gli attuali fattori di criticità e consentire all’Università di Catania di riconquistare posizioni nella considerazione nazionale.
CRITICITÀ DELL’UNIVERSITÀ DI CATANIA
Momento essenziale di riferimento dell’azione di UNICODACONS sarà proprio l’analisi dei macroscopici fattori di criticità che condizionano negativamente le principali attività istituzionale dell’Università di Catania e impediscono il raggiungimento di standard di qualità dei servizi prestati.
1) Didattica: in questo settore portante della mission accademica il nostro ateneo attraversa una grave situazione di generale sofferenza, che interessa sia l’applicazione significativa del diritto allo studio, sia la qualità dell’offerta formativa, che ormai da parecchi anni lo relegano in fondo alle classifiche sulla qualità delle università statali italiane;
2) Ricerca: anche in questo campo la nostra università è inopinatamente precipitata al penultimo posto nella classifica sulla “Qualità della ricerca negli atenei statali” nel 2016. Ciò nonostante parecchi progetti di ricerca abbiano beneficiato di finanziamenti più o meno cospicui, molti di essi non hanno avuto un seguito, pochissimi hanno avuto una ricaduta durevole in termini formativi ed occupazionali, mentre diversi addirittura non sono sati condotti neanche a compimento.
3) Precariato: in questo delicato settore, si registrano forti dubbi sulla linearità dell’operatodell’amministrazione universitaria in occasione delle operazioni connesse alla elaborazione della lista dei nominativi ammessi alla procedura di stabilizzazione, nonché alla acquisizione degli stessi requisiti di ammissione.
4) Rete Museale d’Ateneo: la messa in esercizio delle numerose strutture museali dell’università, nonostante esse siano state beneficiarie di importanti e ripetuti finanziamenti,oggi rappresenta un totale fallimento che impedisce la fruizione pubblica di questo enorme patrimonio culturale, allo stato semiabbandonato o completamente abbandonato, ed è causa di rilevanti danni d’immagine, finanziari ed occupazionali.
5) Strutture di divulgazione ed educazione ambientale: non va sottaciuto il grande significato e l’importanza sociale del considerevole patrimonio strumentale e di esperienze acquisito nel campo della divulgazione ed educazione al rispetto consapevole della natura e dell’ambiente. A questo proposito vanno ricordati tra tutti l’ex “Masseria Bonaiuto” di Catania, diversi “Ecomusei” , quali “Natura e Scienza” di San Gregorio e dei “Monti Climiti” di Melilli, il Centro Polifunzionale “Archimede” di Villarosa e la M/N “Europa Prima”, laboratorio navigante di biologia marina. In questi ultimi anni infatti, tutte queste strutture sono state oggetto di ingiustificata ed incauta dismissione, con danni economici per la collettività e di immagine per il nostro ateneo.
6) Riserve Naturali, il patrimonio di prestigio e di autorevolezza accumulato dall’Università di Catania in anni di buona e virtuosa gestione delle aree naturali protette, oggi appare fortemente compromesso da un crescente disimpegno dall’amministrazione universitaria che ha immotivatamente dismesso con dubbia legittimità anche le strutture museali realizzate, compromettendo gravemente i rapporti con gli Enti locali, con le Associazioni e con le popolazioni interessate.
7) Rapporti con gli Enti locali: con la cancellazione di numerosi accordi di collaborazione per la attuazione di iniziative di coinvolgimento del territorio stipulati con amministrazioni comunali ed anche provinciali, l’università ha praticamente perso i contatti con il territorio.
8) Fuori ruolo: l’anarchica permanenza di un consistente numero di pensionati, rappresentato da persone gradite ai vertici accademici pro tempore, che hanno libero accesso nelle strutture universitarie e continuano ad occupare locali e a consumare risorse rappresenta un fattore non indifferente di sperequazione di risorse logistiche, strumentali e finanziarie.
Su questi punti sopra espressi, per ciascuno dei quali è stata condotta un’analisi dettagliata con l’individuazione di eventuali linee di intervento, l’UNICODACONS rinnova la propria disponibilità a collaborare con l’Università di Catania.